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La finestra sul cortile

I boomers ricorderanno, quando Federnotizie era su carta, la rubrica “La finestra sul cortile” nata per merito dell’inimitabile penna di Franco Cavallone, primo traduttore dei Peanuts, insomma l’inventore di Joe Falchetto e della “toffoletta”. Era una rubrica che raccontava le storie della professione, il lato umano, le emozioni ma anche le piccolezze, allegrie e amarezze. Con grande ironia. Difficile far meglio, ma le storie che la nostra bellissima professione racconta non devono andare perse. Eccovi la prima.

Il bibliofilo che non ti aspetti

…e poi, alla fine di un lungo venerdì, prendi stancamente la tua bici, pedali 5 km, arrivi dal vecchietto che ti ha chiamato per cambiare il suo testamento (e che credi di ricordare vagamente di vista), e vieni accolto da un arzillo novantaquattrenne che dimostra almeno vent’anni di meno, che vive da solo e col quale trovi subito un’intesa, appena capito che devi solo aumentare i decibel della conversazione.

Come prima cosa ti accoglie domandandoti se il “Carlo De Marchi” di cui ha letto un articolo sulla rivista Studi Cattolici che ha in mano è tuo parente (cosa che in effetti non puoi negare).

Poi, mentre chiacchieri un po’ per capire quanto sia “sul pezzo”, viene fuori il tema della lettura, e lui ti domanda a bruciapelo se ti piace leggere, raccontandoti che – non uscendo quasi più di casa – lui passa il tempo leggendo almeno 7/8 libri al mese, che la nipote gli ordina su Amazon. Rapido conto: un centinaio all’anno!

La curiosità è grande: che cosa leggerà? Sul tavolino del soggiorno intravvedi, accanto ad alcune pubblicazioni italiane, La Vie, rivista culturale francese: chi l’avrebbe mai detto…

La grande tv è quasi inutilizzata (“qualche TG e basta”, dice quasi scusandosi).

A un certo punto l’arzillo sparisce per due o tre lunghi minuti. Si sarà perso in casa sua? Si ricorderà che sono qui? Riappare in soggiorno tutto soddisfatto e ti sottopone la sua lista (molto ordinata e fatta al pc) di “libri in osservazione” chiedendoti un consiglio su quali compreresti… e ti fa sentire improvvisamente più vivo e vivace. Oltre che piuttosto ignorante: tra i libri che medita di leggere trovi Romano Guardini, mons. Ravasi, un romanzo Iperborea molto nordico, una raccolta di racconti di Buzzati e altri saggi e romanzi sfusi.

Chapeau!

Da lì cerchi di ricordarti i libri che più ti sono piaciuti negli ultimi tempi: al volo vengono in mente La casa degli sguardi di Mencarelli (che stai per terminare con entusiasmo) e la serie di romanzi gialli svedesi del Commissario Wallander, di Henning Mankell (per analogia con la casa editrice Iperborea, anche se Mankell è di Marsilio). Sono nove o dieci gialli voluminosi, quando tornerò li avrà già terminati?

Quando un’ora dopo esci, Milano è già buia. E ti rendi conto che fai davvero un lavoro bellissimo: basta prendersi il tempo necessario per assaporarlo, concederne un po’ all’interlocutore e saper raccogliere gli ami che ti lancia.

Per fortuna ci siamo lasciati con alcuni punti in sospeso: per il secondo incontro mi prenderò più tempo.

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